mercoledì 1 febbraio 2012

TAPPETI BERBERI: panoramica di un'arte "culturale"

TAPPETI BERBERI
Panoramica di un'arte "culturale"

di Carlo Siracusa

Nella cultura tradizionale degli Imazighen, popolazione originaria del Nordafrica, il tappeto berbero è un manufatto artistico che racconta la storia, l’esperienza e i sentimenti di chi, davanti al proprio telaio, intreccia la trama del proprio destino, rendendolo un vero e proprio manoscritto, il diario e il racconto della propria vita.

Ogni tappeto è un elaborato unico nel suo genere, che contiene messaggi da decriptare, riguardanti le fasi della vita di chi l’ha realizzato, le tappe delle sue esperienze più intime, che, interpretate, traducono segni come la condizione sessuale della donna che l’ha intrecciato, la sua verginità, il suo matrimonio, la sua gravidanza, l’allattamento, la relazione con il proprio uomo. Nel suo linguaggio astratto, il tappeto berbero prende le sue forme dall’incontro e dal ruolo che ha la sessualità, espressione della fertilità, i cui motivi geometrici, i tratti, le losanghe e i colori diventano un linguaggio in codice che nasconde la vita segreta della donna berbera che l’ha tessuto. E la storia tessuta, varia, non è mai la stessa, perchè non è la storia di una tribù, di un popolo, ma il racconto individuale di una persona, di una donna.

I disegni presenti nei tappeti berberi non sono solo a scopo decorativo, ma trovano la loro origine dal tatuaggio iniziatico che veniva praticato con l’henné sul volto delle ragazze in età da marito e poi, nelle successive fasi della vita anche sul corpo, spesso a scopo apotropaico, per allontanare o annullare dalla persona un’influenza maligna. In seguito, a motivo delle interdizioni religiose, ciò che raffiguravano questi tatuaggi sul corpo delle fanciulle, è stato trasferito sui tappeti e sui vestiti. All’interno delle figure geometriche, sono raffigurati spesso simboli come l’occhio, la mano o il pesce, che, nella loro superstizione, hanno un significato protettivo per l'abitazione nella quale il tappeto verrà collocato: serviranno a proteggere la casa e la famiglia che vi abita, dagli spiriti del male. Se poi nella trama del tappeto vi è inserita la raffigurazione di uno specchio, questo servirà a favorire la fuga degli spiriti da quella casa.

Caratteristica peculiare dei tappeti berberi è la loro dimensione primitiva, un’arte tribale, dalle forme astratte e minimaliste, le cui origini risalgono all’epoca del Paleolitico, ancora oggi praticata con le stesse tecniche ancestrali tradizionali, in ginocchio davanti al proprio telaio, annodando il loro manufatto per ore e per giorni. Di solito, per realizzare un tappeto di un metro quadrato, possono volerci anche nove mesi, e un’annodatura che vanta ben 480.000 nodi. Questo sistema d’intrecciatura rende i tappeti berberi adattabili a qualsiasi condizione climatica. Nelle regioni montuose che raggiungono i 3200 metri di altezza, il clima è decisamente più grave, per cui i tappeti di quelle regioni si contraddistinguono perché hanno uno spessore maggiore, fino a 4 centimetri.

Prima del 20° secolo, non essendoci una domanda europea dei tappeti berberi, venivano prodotti soprattutto per utilizzo strettamente personale, familiare, per soddisfare le esigenze funzionali, esistenziali e spirituali dei loro stessi proprietari. Utilizzati anche come coperte da letto, decorate con semplici motivi geometrici, dai toni caldi e versatili, colorati con pigmenti naturali come lo zafferano, l’henné, la menta, dove prevalgono il giallo, le varie tonalità di rosso, i neri, i colori del cocco e del melograno, e realizzati con vari materiali, fra i quali il pelo di capra o quello di dromedario.

Nel ménage tradizionale berbero, il ruolo della donna tessitrice e artista è coadiuvato da quello dell’uomo, addetto per lo più alla commercializzazione delle creazioni tessute e annodate dalla propria sposa, vendendole presso i mercati rurali del posto, anche se, molto spesso, egli non comprende né riesce a spiegare il significato celato nelle trame artistiche di ciascun tappeto. Ha ragione, Francis Ramirez, quando scrive che: “La loro bellezza superiore, sta nel senso nascosto, nel senso criptato che fa di questi tappeti più che un tessuto, un vero testo…appare come un manoscritto della scrittura del silenzio”.
I tappeti sono dunque l’unico oggetto di scambio per queste comunità, grazie al metri di lunghezza, essendo considerati estremamente prestigiosi, di solito vengono prodotti per le famiglie benestanti delle tribù.

Il tappeto berbero ha delle caratteristiche sue proprie, che lo rendono completamente diverso rispetto agli altri tappeti di origine nomade. Potremmo definirlo un tappeto unico, ribelle, tribale, lontano dagli schemi e dagli stereotipi, le cui caratteristiche e lo stile, dalle forme astratte, lo rendono attuale, moderno, elemento decorativo perfetto per qualsiasi ambiente. La sua eccezionale varietà e originalità, esprime la tradizione artigianale tramandatasi da generazioni, di madre in figlia, fino ai giorni nostri.


[Articolo su commissione, pubblicato nella rivista: "InStoria - Quaderni di percorsi storici", pagg.17-20. Nr.17, InMarocco - Dicembre 2011]