mercoledì 29 luglio 2009

Le Gargolle: i mostri di pietra

Le Gargolle
I mostri di pietra del Duomo di Siena
di Carlo Siracusa


Sarà capitato anche a voi di osservare con curiosità, quelle strane forme sporgenti, quelle figure demoniache, con facce gioconde, metà uomini e metà bestie, che si affacciano dall’ imponente facciata del Duomo di Siena e del Palazzo del Municipio sito nella famosa piazza del Palio. Queste creature ibride sono presenti anche in altre chiese e cattedrali medievali. Le più famose si trovano presso la Chiesa di Notre Dame di Parigi, come anche nel centro di Oxford, o nel Duomo di Milano.

Questi mostri grotteschi e inquietanti si chiamano “gargolle”, dal latino gurgulium, termine che indica il rumore o ‘gorgoglio’ dell’acqua, che proviene dal doccione, la parte finale dello scarico per l’acqua piovana che protende dal cornicione o dal tetto, per lasciare scorrere l’acqua lontano dai muri, e non rovinare così la facciata e le sue ornamentali decorazioni. La loro funzione, oltre ad essere decorativa e dal significato mistico e scaramantico, era quella di fare scorrere l'acqua piovana delle grondaie lungo la loro schiena o all'interno della scultura stessa, per farla defluire dalla bocca. Queste pietre ornamentali furono molto utilizzate nel corso del Medioevo; si ritrovano spesso all'esterno di municipi, chiese e cattedrali dell'epoca, e hanno la forma di animali alati, con teste dalle forme più strane.

Le prime gargolle risalgono intorno al X secolo, quando si iniziò a costruire in pietra la parte terminale del canale di scarico esterno delle grondaie. Fu la fantasia medievale a dare a queste pietre sporgenti, forme nuove e diverse, rappresentando mostri e creature animali ibridi, a metà tra gli uccelli e i mostri delle favole. Ma qual è l’origine di queste creature?

Queste forme, così impressionanti e strane, trovano la loro origine nella simbologia biblica e attigono dall’universo pagano e dal bestiario medievale – Physiologus – libro illustrato contenente la descrizione di animali fantastici provenienti da terre lontane. Sono anche immagini alchemiche dei quattro elementi: la pietra dalla quale sono ricavate, l'acqua che fuoriesce dalle loro bocche, l'aria dell'altezza dove si affacciano, il fuoco della luce che si addensa negl’incavi, scavando attorno a sé ombre profonde.
Circa le ragioni della loro presenza in edifici religiosi come le chiese della cristianità, sono state avanzate diverse interpretazioni: per alcuni le “gargolle” sono sculture rappresentanti mostri spaventevoli, allo scopo di tenere lontani gli spiriti malvagi dai luoghi di culto, una sorta di scaccia demoni; per altri, invece, rappresentavano un invito ad entrare in quell’edificio, per rifuggire dagli spiriti maligni che dimorano al suo esterno.

Molti ritenevano queste creature delle vere e proprie divinità, e la loro presenza ha
impedito persino il saccheggio di chiese e cattedrali, visto il timore che incutevano. Dal momento che la maggior parte della popolazione era analfabeta, la chiesa cattolica dell’epoca riteneva che, a motivo del suo impatto visivo così forte, una gargolla avrebbe esercitato un potere ancora più forte, permettendo così che le loro dottrine assumessero un valore di timore reverenziale.

C’è poi l’antica leggenda, nata sulle rive della Senna, famoso fiume che attraversa la Francia, che racconta di un mostro spaventevole, con le ali e il corpo di un rettile, una sorta di drago, chiamato per l’appunto “Gargouille”. In una grotta vicino al fiume c’era la sua dimora, e questa bestia riusciva a calmarsi solo grazie alle offerte sacrificali che gli venivano fatte di anno in anno, fin tanto che un sacerdote, il futuro arcivescovo di Rouen (città del Nord-Ovest della Francia), dopo averlo esorcizzato, lo imprigionò legandolo con la sua stessa tonaca, e alla fine fu bruciato su un rogo. Il collo e la testa del mostro non si consumarono col fuoco, così furono staccate dal resto del corpo ed esposte sulle mura di Rouen, divenendo così il primo modello di gargolle.

Nel XIII secolo l’utilizzo delle gargolle aumentò notevolmente, e man mano si realizzarono forme sempre più elaborate e strane: se inizialmente veniva scolpita solo la parte relativa al busto della creatura mostruosa, col tempo si passò a scolpirla per intero, con espressioni sempre più tipiche a una caricatura animale grottesca, avvinghiata alla facciata dell’edificio.
Col passare dei secoli, queste mistiche figure in pietra hanno perso la loro funzione originaria e si sono trasformati in elementi decorativi fini a se stessi.

Thomas Hardy, poeta e scrittore inglese (1840-1928), nel suo "Via dalla pazza folla”, descrive così una gargolla o “gargoyle” (secondo il linguaggio anglosassone):<<…Troppo umano per dirsi drago, troppo diabolico per esser uomo, troppo animale per esser demone e troppo poco uccello per chiamarsi grifone, quest'orribile essere di pietra sembra coperto di una pelle grinzosa, le orecchie corte e dritte, gli occhi fuori dalle orbite, le dita adunche che tirano i lati della bocca così da render più facile il passaggio dell'acqua che esso vomita … sta lì aggrappato da quattrocento anni a sghignazzare al mondo: in silenzio, se c'è bel tempo, sbuffando e gorgogliando nei giorni di pioggia.>>

Nel nostro tempo la Disney ha preso spunto da questi “mostri di pietra” per dare vita a film come “Il gobbo di Notre Dame”; ha prodotto anche una serie animata intitolata Gargoyles, i cui protagonisti sono esseri antropomorfi dai colori differenti, capaci di volare e dotati di forza sovrumana. Di giorno, a seguito di una maledizione, si tramutano in pietra, mentre di notte tornano in vita e proteggono il castello del loro signore.

Le gargolle sono, dunque, pietre intagliate, che uniscono l’arte alla storia e la religione alla superstizione.


articolo pubblicato nella Rivista: Quaderni di percorsi storici - GBeditoria (Roma)